Una gravidanza successiva a una morte perinatale non è mai “una gravidanza come le altre”. È un percorso complesso, in cui si intrecciano emozioni intense — dolore, paura, speranza — e bisogni clinici specifici. La cura di queste gravidanze richiede attenzione, continuità, competenze tecniche e sensibilità comunicativa.
Il nostro nuovo studio, UNSURENESS (sUpportiNg subSeqUent pREgnaNcy after pErinatal loSS), pubblicato su Journal of Clinical Medicine, indaga come gli operatori sanitari italiani affrontano questa sfida.
Perché questo studio
Ogni anno, in Italia, centinaia di famiglie vivono una morte perinatale. Più della metà intraprende una nuova gravidanza entro un anno. In questo contesto, il ruolo degli operatori sanitari è cruciale: accompagnare i genitori significa non solo garantire la sorveglianza clinica, ma anche riconoscere e accogliere il lutto, costruire fiducia, favorire decisioni condivise e sostenere il benessere psicologico.
Nonostante l’esistenza di raccomandazioni da parte delle società scientifiche, in Italia mancano linee guida nazionali vincolanti e percorsi strutturati. L’UNSURENESS Study nasce per fotografare la situazione attuale e individuare i principali bisogni formativi e organizzativi.
Come è stato condotto
Abbiamo realizzato un’indagine nazionale online (agosto 2023 – febbraio 2024) rivolta agli operatori sanitari che si occupano di gravidanze successive a un lutto perinatale.
Hanno partecipato 200 professioniste, in prevalenza ostetriche, provenienti da tutta Italia. Il questionario esplorava esperienza professionale, formazione ricevuta, approcci comunicativi e criteri di gestione clinica.
Cosa abbiamo trovato
- Formazione insufficiente: solo un terzo delle partecipanti aveva ricevuto una formazione specifica su come assistere queste gravidanze.
- Aspetti prioritari: affrontare con i genitori la perdita precedente, instaurare una relazione di fiducia, condividere le decisioni cliniche e fornire informazioni complete.
- Sfide principali: gestire le paure dei genitori e offrire rassicurazioni adeguate.
- Criteri decisionali: la continuità assistenziale e il rispetto delle preferenze dei genitori sono risultati più influenti delle linee guida o dell’evidenza scientifica.
- Collaborazione multidisciplinare: diffusa, ma con un’integrazione ancora disomogenea del supporto psicologico nei percorsi di cura.
Perché è importante
Dalla nostra indagine emerge con chiarezza la necessità di:
- Formazione strutturata e trauma-informed per tutti i professionisti coinvolti;
- Linee guida nazionali che garantiscano uniformità e qualità dell’assistenza;
- Integrazione stabile del supporto psicologico in tutti i setting di cura;
- Percorsi di continuità assistenziale che accompagnino la famiglia dal pre-concepimento al post-partum.
Investire in queste aree significa ridurre il rischio di nuove traumaticità, migliorare l’esperienza di cura e contribuire al benessere a lungo termine di genitori e bambini.
📄 Leggi l’articolo completo (Open Access): Management of Subsequent Pregnancy After Perinatal Death: Results from the UNSURENESS Study